Aldebaran I. Storia dell’arte
Primo appuntamento con gli studi proposti e curati da Sergio Marinelli.
Aldèbaran raccoglie una serie di scritti di Storia dell’Arte di amici, giovani allievi o coetanei del curatore, che allineano solo nel piacere della ricerca storico-artistica e nella considerazione dell’arte figurativa non come semplice erudizione né come vano inseguimento delle mode mediatiche ma come pensiero visivo e figurato universale.
In anni recenti la forbice tra i volumi di pura llustrazione, con testi ridotti, didascalici, malamente riassunti da altri precedenti e riportati sotto il titolo quasi sempre puramente demagogico della divulgazione, e quelli di
apparenza strettamente specialistica, ma spesso funzionali solo alla struttura accademica, si è notevolmente allargata. Non sembra più facile fare
della storia dell’arte né pubblicare storia dell’arte né ancora individuare un pubblico di lettori interessati che sia diverso e magari piu esteso di quello
degli scrittori.
In un momento in cui la storia dell’arte sembra godere di straordinaria fortuna come diffusione popolare e mediatica d’immagine i suoi studi metodologicamente
fondati sembrano innegabilmente in crisi.
Eppure l’arte appare sempre più il documento più ricco di significati e rivelazioni per la storia, anche di quelli scritti che la supportano, se essa non è letta col metodo riduttivo e appiattito di tutti gli altri documenti ma con la più ricca e specifica sfaccettatura dei suoi complessi significati.
Gli interventi si susseguono nel libro con varietà di temi e di metodi. I primi tre riprendono la questione della lettura prospettica delle opere figurative, che da molti anni ormai non era più trattata sistematicamente.
Primo appuntamento con gli studi proposti e curati da Sergio Marinelli.
Aldèbaran raccoglie una serie di scritti di Storia dell’Arte di amici, giovani allievi o coetanei del curatore, che allineano solo nel piacere della ricerca storico-artistica e nella considerazione dell’arte figurativa non come semplice erudizione né come vano inseguimento delle mode mediatiche ma come pensiero visivo e figurato universale.
In anni recenti la forbice tra i volumi di pura llustrazione, con testi ridotti, didascalici, malamente riassunti da altri precedenti e riportati sotto il titolo quasi sempre puramente demagogico della divulgazione, e quelli di
apparenza strettamente specialistica, ma spesso funzionali solo alla struttura accademica, si è notevolmente allargata. Non sembra più facile fare
della storia dell’arte né pubblicare storia dell’arte né ancora individuare un pubblico di lettori interessati che sia diverso e magari piu esteso di quello
degli scrittori.
In un momento in cui la storia dell’arte sembra godere di straordinaria fortuna come diffusione popolare e mediatica d’immagine i suoi studi metodologicamente
fondati sembrano innegabilmente in crisi.
Eppure l’arte appare sempre più il documento più ricco di significati e rivelazioni per la storia, anche di quelli scritti che la supportano, se essa non è letta col metodo riduttivo e appiattito di tutti gli altri documenti ma con la più ricca e specifica sfaccettatura dei suoi complessi significati.
Gli interventi si susseguono nel libro con varietà di temi e di metodi. I primi tre riprendono la questione della lettura prospettica delle opere figurative, che da molti anni ormai non era più trattata sistematicamente.