Unosetteseidue
Carlo Lodoli, Angelo Querini, Carlo Goldoni, Gasparo Gozzi, Giuseppe Remondini, Giacomo Casanova sono dei personaggi che si
presentano in Unosetteseidue. Sono accompagnati anche da tanti artisti veneziani e veneti, con il primo in testa, Giambattista Tiepolo,
che sta dappertutto ed è diventato protagonista.
Il Settecento ha avuto i suoi campioni che hanno rinnovato la società e le arti, tuttavia l’autore racconta le storie di uomini presi dalle loro
vite che scorrono, piene di desideri e talvolta rassegnate.
È sufficiente guardarle nell’arco di un anno, il 1762, per avere già scritto il destino dei nostri attori, che vanno e vengono tra Venezia e
Verona, alcuni con orizzonti europei, e accade che la loro realtà si possa leggere attraverso i quadri, che sono oggetti di consumo ma che
offrono anche possibilità di scambi d’esperienze,
in un dialogo stretto tra fi nzione e verità.
È il tema che scivola nel racconto e che, nella circolarità delle cose che capitano, coglie il lascito vitale della pittura del passato.
Fabrizio Magani si è formato da Storico dell’Arte presso le Università di Padova e Venezia.
Ha svolto vari incarichi presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, oltre a dedicarsi all’insegnamento specialistico
nei campi della Museologia, del Collezionismo e della Storia del Restauro. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche,
prevalentemente di area veneta tra il XVII e il XIX secolo, tra cui si ricordano: Antonio Bellucci (1995), Vaghezza, decoro, lume “spiritoso”
e chiaro. Percorsi del classicismo nella pittura del Seicento veneto (2001), Gli occhi sul paesaggio: aspetti della raffigurazione della
natura nel Settecento (2002), A colloquio con Mantegna. Immagine e fama degli affreschi Ovetari tra Settecento e Ottocento (2006),
La terracotta della Cappella Ovetari (2010), Una nobile eccezione: Giambattista Tiepolo a Palazzo Canossa (2011).
Carlo Lodoli, Angelo Querini, Carlo Goldoni, Gasparo Gozzi, Giuseppe Remondini, Giacomo Casanova sono dei personaggi che si
presentano in Unosetteseidue. Sono accompagnati anche da tanti artisti veneziani e veneti, con il primo in testa, Giambattista Tiepolo,
che sta dappertutto ed è diventato protagonista.
Il Settecento ha avuto i suoi campioni che hanno rinnovato la società e le arti, tuttavia l’autore racconta le storie di uomini presi dalle loro
vite che scorrono, piene di desideri e talvolta rassegnate.
È sufficiente guardarle nell’arco di un anno, il 1762, per avere già scritto il destino dei nostri attori, che vanno e vengono tra Venezia e
Verona, alcuni con orizzonti europei, e accade che la loro realtà si possa leggere attraverso i quadri, che sono oggetti di consumo ma che
offrono anche possibilità di scambi d’esperienze,
in un dialogo stretto tra fi nzione e verità.
È il tema che scivola nel racconto e che, nella circolarità delle cose che capitano, coglie il lascito vitale della pittura del passato.
Fabrizio Magani si è formato da Storico dell’Arte presso le Università di Padova e Venezia.
Ha svolto vari incarichi presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, oltre a dedicarsi all’insegnamento specialistico
nei campi della Museologia, del Collezionismo e della Storia del Restauro. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche,
prevalentemente di area veneta tra il XVII e il XIX secolo, tra cui si ricordano: Antonio Bellucci (1995), Vaghezza, decoro, lume “spiritoso”
e chiaro. Percorsi del classicismo nella pittura del Seicento veneto (2001), Gli occhi sul paesaggio: aspetti della raffigurazione della
natura nel Settecento (2002), A colloquio con Mantegna. Immagine e fama degli affreschi Ovetari tra Settecento e Ottocento (2006),
La terracotta della Cappella Ovetari (2010), Una nobile eccezione: Giambattista Tiepolo a Palazzo Canossa (2011).