Giambattista Tiepolo . Secondo tempo
Non ci sono molte occasioni di sapere come nasce la popolarità di un
artista. Non basta guardare un’opera famosa per conoscere l’origine
e la natura di queste cose.
Giambattista Tiepolo è uno degli artisti veneziani più noti, tra i
divini della tradizione italiana. Ma ha avuto bisogno di un tempo
supplementare per ritrovare, alta, la sua fama.
C’è voluta la dedizione degli antiquari che hanno cercato e venduto
le sue opere in Veneto, dei collezionisti nel mondo che le hanno
comprate, poi degli studiosi, che hanno interagito con la mentalità
e la soddisfazione dei primi due; infine le aste internazionali e le
mostre, che hanno permesso a un numero sempre più ampio di
appassionati di godere quei risultati.
Questa è la storia di un pittore scomodo che pare cadere in disgrazia
dopo la morte, quando all’arte si chiede fredda perfezione. Poi
rimonta e la sua immagine arriva a sovrapporsi all’idea di giovinezza
della pittura stessa, alla grandezza espressiva e decorativa
dello spirito settecentesco.
Fabrizio Magani si è formato da Storico dell’Arte nelle Università di Padova
e Venezia. Ha svolto vari incarichi presso il
Ministero per i beni e le attività culturali,
oltre a dedicarsi all’insegnamento specialistico
nei campi della Museologia, del
Collezionismo e della Storia del Restauro.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche,
prevalentemente di area veneta tra
il XVII e il XIX secolo, tra cui si ricordano:
Antonio Bellucci (1995), Vaghezza, decoro,
lume “spiritoso” e chiaro. Percorsi del
classicismo nella pittura del Seicento veneto
(2001), Gli occhi sul paesaggio: aspetti della
raffigurazione della natura nel Settecento
(2002), A colloquio con Mantegna. Immagine
e fama degli affreschi Ovetari tra Settecento
e Ottocento (2006), La terracotta della
Cappella Ovetari (2010), Una nobile eccezione:
Giambattista Tiepolo a Palazzo Canossa
(2011), Unosetteseidue (2017), Verona
nobile e borghese nelle sue collezioni d’arte
del Seicento (2017).
Non ci sono molte occasioni di sapere come nasce la popolarità di un
artista. Non basta guardare un’opera famosa per conoscere l’origine
e la natura di queste cose.
Giambattista Tiepolo è uno degli artisti veneziani più noti, tra i
divini della tradizione italiana. Ma ha avuto bisogno di un tempo
supplementare per ritrovare, alta, la sua fama.
C’è voluta la dedizione degli antiquari che hanno cercato e venduto
le sue opere in Veneto, dei collezionisti nel mondo che le hanno
comprate, poi degli studiosi, che hanno interagito con la mentalità
e la soddisfazione dei primi due; infine le aste internazionali e le
mostre, che hanno permesso a un numero sempre più ampio di
appassionati di godere quei risultati.
Questa è la storia di un pittore scomodo che pare cadere in disgrazia
dopo la morte, quando all’arte si chiede fredda perfezione. Poi
rimonta e la sua immagine arriva a sovrapporsi all’idea di giovinezza
della pittura stessa, alla grandezza espressiva e decorativa
dello spirito settecentesco.
Fabrizio Magani si è formato da Storico dell’Arte nelle Università di Padova
e Venezia. Ha svolto vari incarichi presso il
Ministero per i beni e le attività culturali,
oltre a dedicarsi all’insegnamento specialistico
nei campi della Museologia, del
Collezionismo e della Storia del Restauro.
È autore di numerose pubblicazioni scientifiche,
prevalentemente di area veneta tra
il XVII e il XIX secolo, tra cui si ricordano:
Antonio Bellucci (1995), Vaghezza, decoro,
lume “spiritoso” e chiaro. Percorsi del
classicismo nella pittura del Seicento veneto
(2001), Gli occhi sul paesaggio: aspetti della
raffigurazione della natura nel Settecento
(2002), A colloquio con Mantegna. Immagine
e fama degli affreschi Ovetari tra Settecento
e Ottocento (2006), La terracotta della
Cappella Ovetari (2010), Una nobile eccezione:
Giambattista Tiepolo a Palazzo Canossa
(2011), Unosetteseidue (2017), Verona
nobile e borghese nelle sue collezioni d’arte
del Seicento (2017).