Egisto Zago. Lo scultore del popolo
«Durante il corso della mia lunga e laboriosa vita d’artista, ho lottato e vinto senza mai chiedere se non a me stesso, anche quando sapevo che nulla potevo offrirmi. In silenzio ho lottato contro la fame, lieto di poter triturare il marmo, di scavare in esso la sublimazione dei miei istinti, di dar figura alle mie visioni, di placare quella sete che ancor oggi non è estinta».
Ripercorrere il Novecento di Egisto Zago è un viaggio nell’arte, nella società e nella recente – e sofferta – storia politica della città di Verona e del Paese. Un tempo, quello da lui vissuto, in cui il Cimitero Monumentale vede la sua ultima stagione di gloria artistica, il dolore della Grande Guerra si placa anche grazie alla preservazione della memoria affidata ai monumenti ai caduti, la propaganda di regime si trasforma in ostracismo e persecuzione, le ferite della nuova guerra si chiudono lasciando spazio a inedite prospettive politiche e sociali e a una nuova sensibilità artistica.
«Durante il corso della mia lunga e laboriosa vita d’artista, ho lottato e vinto senza mai chiedere se non a me stesso, anche quando sapevo che nulla potevo offrirmi. In silenzio ho lottato contro la fame, lieto di poter triturare il marmo, di scavare in esso la sublimazione dei miei istinti, di dar figura alle mie visioni, di placare quella sete che ancor oggi non è estinta».
Ripercorrere il Novecento di Egisto Zago è un viaggio nell’arte, nella società e nella recente – e sofferta – storia politica della città di Verona e del Paese. Un tempo, quello da lui vissuto, in cui il Cimitero Monumentale vede la sua ultima stagione di gloria artistica, il dolore della Grande Guerra si placa anche grazie alla preservazione della memoria affidata ai monumenti ai caduti, la propaganda di regime si trasforma in ostracismo e persecuzione, le ferite della nuova guerra si chiudono lasciando spazio a inedite prospettive politiche e sociali e a una nuova sensibilità artistica.