Dario Tenuti e l’immagine trovata
La donazione alla città di due sculture di Dario Tenuti (1924-2012) e l’anniversario dei cento anni dalla nascita del loro autore hanno fornito l’occasione per rievocare con questo volume la felice stagione artistica che ha il suo esordio nella storica biennale veronese del 1967 e che si sviluppa nel corso degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Il contesto era carico di ottimismo e spinte innovative, opportunità di aggiornamento, iniziative e confronti all’interno di nuovi spazi espositivi, anche non convenzionali.
Tenuti, riservato e restio alla ribalta, ma sensibile al bisogno di rinnovamento, lavora in quei decenni su due filoni di ricerca distinti, ma con ampi elementi di tangenza: le calcografie e le sculture, frutto di un analogo processo di elaborazione che radica il suo fondamento in elementi naturali e oggetti industriali trovati per caso e trasformati in spunti creativi. Un bacino formale ideale e vastissimo nel quale l’artista veronese si muove animato dalla volontà di “gettare sempre nuovi ponti tra gli opposti”. Un messaggio, il suo, di stringente attualità.
La donazione alla città di due sculture di Dario Tenuti (1924-2012) e l’anniversario dei cento anni dalla nascita del loro autore hanno fornito l’occasione per rievocare con questo volume la felice stagione artistica che ha il suo esordio nella storica biennale veronese del 1967 e che si sviluppa nel corso degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Il contesto era carico di ottimismo e spinte innovative, opportunità di aggiornamento, iniziative e confronti all’interno di nuovi spazi espositivi, anche non convenzionali.
Tenuti, riservato e restio alla ribalta, ma sensibile al bisogno di rinnovamento, lavora in quei decenni su due filoni di ricerca distinti, ma con ampi elementi di tangenza: le calcografie e le sculture, frutto di un analogo processo di elaborazione che radica il suo fondamento in elementi naturali e oggetti industriali trovati per caso e trasformati in spunti creativi. Un bacino formale ideale e vastissimo nel quale l’artista veronese si muove animato dalla volontà di “gettare sempre nuovi ponti tra gli opposti”. Un messaggio, il suo, di stringente attualità.