Venezia. La verità delle maschere
Soggetto, Venezia. Ma quale?
Cosa ha significato?
Questa la sfida: e il fascino di queste pagine non sta tanto in una enumerazione di vicende più o meno di rilievo, ma nell’intersecarsi continuo di queste vicende con i perché e i come, entro quel complesso intreccio che risponde al nome di Venezia.
Si squaderna allora una storia che si prolunga indefinitamente nella sensibilità moderna: dalla serrata del Maggior Consiglio del 1297 si giunge al cortile del palazzo del principe di Guermantes a Neuilly, alla pietra d’inciampo che ha il ruolo del battesimo per Proust scrittore. La città, da oltre due secoli, ma da ben prima, è anche lo specchio di sé stessa, di quello che vi si è impresso o che vi si vuole imprimere. Come scrive Fontana, “essa ha sempre finito per ritrovarsi là dove non la si era attesa e per mancare là dove la si era cercata: altrettanto irraggiungibile per i desideri quanto irrappresentabile per i segni”.
Alessandro Fontana (1939-2013) ha insegnato per moltissimi anni all’Ecole Normale Supérieure di Saint-Cloud, nonché collaborato con l’Ecole Pratique des Hautes Etudes e con la scuola delle Annales. A Parigi ha trascorso tutta la vita, dopo la laurea in Letteratura greca conseguita all’Università di Padova. I suoi interessi non conoscevano limiti, passando dalla letteratura (saggi su Machiavelli, Guicciardini, Castiglione, Verri, Beccaria, Goldoni, Alfieri, Foscolo, Manzoni) alla storia (in particolare, sulla Repubblica di Venezia) e alla psicanalisi, allo studio dei meccanismi dell’ordine sociale, della ritualità, della giurisprudenza e così via. Ha collaborato, per Einaudi, alla Storia d’Italia e all’Enciclopedia Einaudi. La sua lunga amicizia con Michel Foucault – di cui ha tradotto e curato opere in lingua italiana – è indicativa di affinità elettive nell’affrontare in modo nuovo e smaliziato problematiche legate a vari rami del sapere. Fra le sue pubblicazioni, Il vizio occulto (1989) e la raccolta di scritti Polizia dell’anima: voci per una genealogia della Psicanalisi (1994). Un suo profilo è stato pubblicato nel n. 362 di “aut aut” (aprile-giugno 2014).
Soggetto, Venezia. Ma quale?
Cosa ha significato?
Questa la sfida: e il fascino di queste pagine non sta tanto in una enumerazione di vicende più o meno di rilievo, ma nell’intersecarsi continuo di queste vicende con i perché e i come, entro quel complesso intreccio che risponde al nome di Venezia.
Si squaderna allora una storia che si prolunga indefinitamente nella sensibilità moderna: dalla serrata del Maggior Consiglio del 1297 si giunge al cortile del palazzo del principe di Guermantes a Neuilly, alla pietra d’inciampo che ha il ruolo del battesimo per Proust scrittore. La città, da oltre due secoli, ma da ben prima, è anche lo specchio di sé stessa, di quello che vi si è impresso o che vi si vuole imprimere. Come scrive Fontana, “essa ha sempre finito per ritrovarsi là dove non la si era attesa e per mancare là dove la si era cercata: altrettanto irraggiungibile per i desideri quanto irrappresentabile per i segni”.
Alessandro Fontana (1939-2013) ha insegnato per moltissimi anni all’Ecole Normale Supérieure di Saint-Cloud, nonché collaborato con l’Ecole Pratique des Hautes Etudes e con la scuola delle Annales. A Parigi ha trascorso tutta la vita, dopo la laurea in Letteratura greca conseguita all’Università di Padova. I suoi interessi non conoscevano limiti, passando dalla letteratura (saggi su Machiavelli, Guicciardini, Castiglione, Verri, Beccaria, Goldoni, Alfieri, Foscolo, Manzoni) alla storia (in particolare, sulla Repubblica di Venezia) e alla psicanalisi, allo studio dei meccanismi dell’ordine sociale, della ritualità, della giurisprudenza e così via. Ha collaborato, per Einaudi, alla Storia d’Italia e all’Enciclopedia Einaudi. La sua lunga amicizia con Michel Foucault – di cui ha tradotto e curato opere in lingua italiana – è indicativa di affinità elettive nell’affrontare in modo nuovo e smaliziato problematiche legate a vari rami del sapere. Fra le sue pubblicazioni, Il vizio occulto (1989) e la raccolta di scritti Polizia dell’anima: voci per una genealogia della Psicanalisi (1994). Un suo profilo è stato pubblicato nel n. 362 di “aut aut” (aprile-giugno 2014).