Il teatro del quotidiano
Giacomo Francesco Cipper "Tedesco" (1664-1736)
Con questo evento espositivo il Castello del Buonconsiglio è riuscito a riunire opere provenienti da una grande raccolta privata milanese e da diversi musei italiani e stranieri e altri collezionisti al fine di creare la prima retrospettiva italiana organica a strutturata su Cipper.
“Non è una monografica pura – sottolineano i curatori – ma propone, accanto ad un vasto corpus di opere del maestro, attivo per lo più a Milano nei primi decenni del Settecento, diverse tele di artisti del contesto, in particolar modo lombardo, che hanno influenzato Cipper o da questi ne hanno tratto ispirazione”.
Non solo dipinti, ma anche oggetti di varia natura trovano posto nella mostra e nel catalogo, per aiutare a comprendere la concretezza e il legame del pittore con la cronaca e la materia.
Cipper è stato un artista vulcanico. Dipingeva, con anticonformismo e libertà di tratto, scene di vita quotidiana, di cronaca vera. Popolani al mercato, contadini, ambulanti, vagabondi, mendicanti, zuffe o lezioni di musica, arti e mestieri, giocatori di carte. Nei suoi dipinti è riuscito a cogliere la vitalità in tutte le sue sfumature, a rendere ognuno protagonista.
Dipinti realisti, ma pieni anche di ironia, positività, leggerezza, benevolenza.
Questa mostra mira a riposizionare le opere di Cipper al centro di una scena che risulta invasa da opere a lui attribuite, ma che di certo mancano di quel piglio originale e gioioso.
Quella che oggi i curatori Maria Silvia Proni e Denis Ton propongono è la prima retrospettiva dedicata a questo artista innovativo, nei temi e nello stile, e che ha saputo rappresentare la realtà quotidiana con uno sguardo lucido che sembra far ‘entrare’ l’osservatore nei suoi dipinti.
Con questo evento espositivo il Castello del Buonconsiglio è riuscito a riunire opere provenienti da una grande raccolta privata milanese e da diversi musei italiani e stranieri e altri collezionisti al fine di creare la prima retrospettiva italiana organica a strutturata su Cipper.
“Non è una monografica pura – sottolineano i curatori – ma propone, accanto ad un vasto corpus di opere del maestro, attivo per lo più a Milano nei primi decenni del Settecento, diverse tele di artisti del contesto, in particolar modo lombardo, che hanno influenzato Cipper o da questi ne hanno tratto ispirazione”.
Non solo dipinti, ma anche oggetti di varia natura trovano posto nella mostra e nel catalogo, per aiutare a comprendere la concretezza e il legame del pittore con la cronaca e la materia.
Cipper è stato un artista vulcanico. Dipingeva, con anticonformismo e libertà di tratto, scene di vita quotidiana, di cronaca vera. Popolani al mercato, contadini, ambulanti, vagabondi, mendicanti, zuffe o lezioni di musica, arti e mestieri, giocatori di carte. Nei suoi dipinti è riuscito a cogliere la vitalità in tutte le sue sfumature, a rendere ognuno protagonista.
Dipinti realisti, ma pieni anche di ironia, positività, leggerezza, benevolenza.
Questa mostra mira a riposizionare le opere di Cipper al centro di una scena che risulta invasa da opere a lui attribuite, ma che di certo mancano di quel piglio originale e gioioso.
Quella che oggi i curatori Maria Silvia Proni e Denis Ton propongono è la prima retrospettiva dedicata a questo artista innovativo, nei temi e nello stile, e che ha saputo rappresentare la realtà quotidiana con uno sguardo lucido che sembra far ‘entrare’ l’osservatore nei suoi dipinti.