Ti scrivo un whatsapp
Andrea Sambugaro «Sambu per tutti, ariete per nascita, giornalista per gli altri, pittore per sé. Silenzio e sguardi i migliori compagni di viaggio. Le parole quando hanno senso»: è la definizione che aveva dato di sé sul proprio profilo Twitter tre anni prima di scoprire che aveva un tumore in testa, un meningioma.
Benigno, per fortuna. E tale l’ha chiamato fin da subito.
Ha cominciato a raccontare la propria storia scrivendo whatsapp a familiari, amici, colleghi: messaggi intrisi di ironia, riflessioni, bollettini medici fai-da-te sempre improntati alla fiducia e alla speranza di venirne fuori, nonostante due interventi, un ciclo di radioterapie e le tante risonanze magnetiche in tre anni e mezzo. Ora
quei whatsapp di sguardi verso se stesso, inviati in silenzio a una trentina di amici, sono diventati un libro.
Di parole che hanno un senso. Eccome, se lo hanno.
Andrea Sambugaro «Sambu per tutti, ariete per nascita, giornalista per gli altri, pittore per sé. Silenzio e sguardi i migliori compagni di viaggio. Le parole quando hanno senso»: è la definizione che aveva dato di sé sul proprio profilo Twitter tre anni prima di scoprire che aveva un tumore in testa, un meningioma.
Benigno, per fortuna. E tale l’ha chiamato fin da subito.
Ha cominciato a raccontare la propria storia scrivendo whatsapp a familiari, amici, colleghi: messaggi intrisi di ironia, riflessioni, bollettini medici fai-da-te sempre improntati alla fiducia e alla speranza di venirne fuori, nonostante due interventi, un ciclo di radioterapie e le tante risonanze magnetiche in tre anni e mezzo. Ora
quei whatsapp di sguardi verso se stesso, inviati in silenzio a una trentina di amici, sono diventati un libro.
Di parole che hanno un senso. Eccome, se lo hanno.